IL CINEMA e LA CALABRIA. Pasquale Misuraca di Siderno

di GIOVANNI SCARFÒ

pmisuraca

-Wendy: Come sta andando? Hai fatto un gran lavoro?
-Jack: Certo…
-Hei! alla televisione dicono che nevicherà
-J: E io che ci posso fare
-W: Oh, andiamo tesoro, come sei scontroso oggi
-J: Ti prego, non sono affatto scontroso, è solo che vorrei finire il mio lavoro!
-W: Ok, non ti darò fastidio, tornerò fra poco con un paio di sandwich, che ne dici? Poi magari mi farai leggere qualcosa…
-J: Wendy, forse è bene che tu sappia che quando vieni da queste parti mi interrompi, mi fai perdere la concentrazione, mi distrai, capisci? e mi ci vuole un casino di tempo perché riesca a ritrovare il filo!
W: Si…
J: Bene, mettiamo una regola nuova: quando io sto qua e senti battere a macchina, o non mi senti battere a macchina, qualsiasi cosa mi senti fare qui, quando mi trovo qui vuol dire che sto lavorando! E allora fammi il piacere di non venire! Tu che ne dici, ci riesci a farlo?
W: Si
J: Brava, allora vedi di iniziare da adesso, levati dalle scatole!

Shining(1980) di S. Kubrick

Devo scrivere un articolo su un regista… ateo. Devo scrivere un articolo su un regista che fa cinema… religioso. Devo scrivere un articolo su un regista… filosofo. Devo scrivere su un regista “fulminiesaette”. Devo scrivere su un regista che scrive: “è scomparso il regista, è scomparso Dio”. Devo scrivere su un regista cheha “una complice – Alexandra, due figlie – Nefeli (letterata e saggista) e Sofia (neuropsichiatra infantile), un figlio che c’è e non c’è – Eftimios, una trentina di amici” Devo scrivere su un regista che ha realizzato un esempio di “cinema ateo”: “Il Negozio”: In un mese e una settimana: 1070 visualizzazioni, 31 condivisioni Facebook, 52 commenti/recensioni, 11 dialoghi, 7 donazioni.

Devo scrivere su un regista che ti spiega tutto. Per esempio, all’amica Daniela che comincia “la graduale uscita da FB” e aggiunge “ma non c’è niente di personale in questa decisione”, risponde: “Mi ricordi Hegel, che diceva ad una signora: “Tutto ciò che di personale c’è nella mia filosofia è errato.” Todo modo, non si vive di solo facebook. E poi, andarsene in dissolvenza incrociata è uscire di scena con stile. Buona serata, Daniela. Nos vemos”.

Devo scrivere su un regista che ha realizzato “Il Negozio” con le telecamere di sorveglianza di un negozio (unico caso in Italia). “E’ il mio sesto film. Dopo averlo visto, se lo hai apprezzato, fai una donazione.

Hegel ( e te pareva! ndr) ha scritto sulla “fatica del concetto”, io ti parlo della fatica del cinema”.

Devo scrivere su un regista che ti piazza due tre Hegel di fila e ti stende. Devo scrivere su un regista che vive in città con due galline sul bancone che si chiamano Marfisa e Bradamante: “Le galline le ho sempre viste volare da un albero all’altro quando abitavo in campagna, in Calabria”.

Domanda: A proposito, quando scendi in Calabria? Risposta: Non scendo quasi mai e men che meno al mio paese. Ci sono stato solo qualche anno fa per seppellire mio padre.

Devo scrivere su un regista che assomiglia a un comandante cubano. Devo scrivere su un regista che… sono cavoli tuoi se sbagli citazione! Devo scrivere su un regista che: “avevamo, con Luis Razeto Migliaro, un esule cileno per via del golpe di Pinochet, individuato in Gramsci un fratello, perché anche lui aveva la disposizione alla conoscenza della realtà, aveva questo comportamento aperto nei confronti degli scienziati, e in più ci siamo resi conti che aveva elaborato nei Quaderni del carcere una critica del marxismo e della sociologia che negli anni ‘70 venivano considerate come discipline autonome, esclusive ed efficaci per orientare alla progettazione della realtà, sociale, politica ed economica; a noi non sembrava che fossero così efficaci, ci trovavamo delle debolezze, e abbiamo visto che in Gramsci c’era una critica dei limiti di queste discipline e l’avvio di una nuova forma di scienza che lui chiamava “ scienza della storia e della politica”… e quindi così è nato il lavoro nostro, una ricerca che è durata cinque anni e che ha prodotto due libri con un titolo: LA TRAVERSATA…

Devo scrivere su un regista che non solo Gramsci ma anche Pasolini, l’Angelus Novus. “Perché ho girato le scene di “Angelus Novus” (1987) – quando è stato possibile in questo film in economia – nei luoghi reali della vita e della morte di Pasolini (un esempio per tutti: l’Idroscalo di Ostia, luogo reale della sua morte)? Non perché credo nella “captazione” della vita (alla von Stroheim), o alla sua “ricostruzione” (alla Visconti). Per me il realismo è sempre soggettivo. Come per Caravaggio: fotografia e teatro, casualità e inquadratura, i Pellegrini in posa distratta e la Maddalena distrattamente in posa”

Aspetta, mio caro amico ateo – religioso – filosofo – realista soggettivo – rivoluzionario pacifico, marxista intimista, venditore di enciclopedie, disegnatore, docente, scienziato, regista, autore televisivo, demiurgo, complice amoroso, intellettuale decatleta, padre fratello, fotografo digitale, artista di tutte le arti (eccetto la musica), coltivatore di alberi, scienziato sperimentatore, raccoglitore di erbe e funghi, sceneggiatore, cacciatore di uccelli (da sei fino a dodici anni), il poeta e il disegnatore (dal quando ne avevi sei), non mi hai ancora detto dove sei nato.

-Aspetta, ti vorrei parlare di mio figlio Eftimios… è morto a 16 anni, ma è vivo da venti. Quando adolescente, Eftimios era di tutti i colori. Parlare, parlava poco, preferiva ascoltare. In un giorno di sole Eftimios iniziò a zoppicare. Era il settantaquattro ed era luglio. Ci trovavamo a Limassol, il porto dell’isola di Cipro in faccia al Libano, e scoppiò la guerra tra i turco-ciprioti e i greco-ciprioti. “Gli uomini si sparano, fanno la guerra.” – disse Eftimios.

L’indomani abbiamo saputo che Eftimios aveva la leucemia. Non l’ho mai visto piangere. Il colore delle sue lacrime è rimasto sconosciuto. Non gli servivano, le lacrime, né ad esprimere i suoi sentimenti né a lubrificare le sue cornee. Tanto aveva sempre gli occhi lucenti. Ecco una cosa che manca, al mondo, e non lo sa: la luce imperterrita dei suoi occhi lucenti.

Nota il luccichio delle mie lacrime.

No, amico mio, non dobbiamo piangere, perché Eftimios è sempre vivo con me e non vorrebbe vederci piangere… e per farti contento ti dirò dove sono nato…

-Era ora!

-Aspetta a cantare vittoria, perché te lo dirò in modo indiretto e vediamo se indovini. Nel 1999 scrivevo un racconto oggi compreso nel libro inedito “Vite Brevi”, e ho ricordato il mio primo incontro con Pasolini:“Armando La Torre era lo zio prediletto dell’amico dell’età del liceo, Franco. Scrivo “era” perché ha vissuto una vita breve. Quando l’ho visto l’ultima volta? Nell’autunno del ’72, in una libreria romana dove Pier Paolo Pasolini presentava “Empirismo eretico” circondato da giovani infelici C’era pure Armando che insegnava all’università. Stette tutta la sera a scrutare il poeta e i giovani discutere comunisticamente il mondo grande e terribile, mi strizzò l’occhio e scomparve.”

Ho capito, ho capito che devo scrivere un articolo su un regista che si chiama Pasquale Misuraca di Siderno. Adesso mi siedo tranquillo e lo scrivo. Devo scrivere un articolo su un regista che si chiama Pasquale Misuraca di Siderno. Adesso mi siedo tranquillo e lo scrivo…

Wendy: SONO A CASA AMORE!

AUTORITRATTO del 2007

Mi chiamo Pasquale Misuraca. Ho 58anni, ho vissuto da diciotto anni in poi con Alexandra (cipriota di lingua greca) e ci ho fatto (quando avevamo ventitrè anni) un figlio (Eftimios, morto a sedici anni e vivo da venti), due figlie, Nefeli (che oggi ne ha trentacinque), Sofia (venti), e tutto il resto (che non è stato mai silenzio). Ho tre fratelli in Italia e trenta amici nell’Universo Mondo. Ho vissuto in città (Roma), in campagna (Siderno Marina), in collina (Bassano Romano), in riva al mare (Ionio) e alla base della Cordigliera (Santiago de Chile). Ho insegnato per quindici anni nella scuola media (Educazione Artistica) e nell’università da quando ne avevo ventinove (Sociologia della Conoscenza, Teoria e Pratica Audiovisiva). Ho riformato il marxismo (da quando avevo ventisei anni) e (da quando ne avevo trentasette) il cristianesimo (sempre con Luis), scrivendo tre libri (uno edito, due inediti) e trenta saggi (dieci editi, venti inediti). Ho fatto nascere (da quando avevo trentasei anni) dalle ceneri del cinema di poesia e di prosa una nuova arte audiovisiva (l’AudioVideo), realizzando quattro film-documentari, trenta documentari-film, due AudioVideo punto e basta. Ho partecipato a trenta festival cinematografici e documentari internazionali (vincendone uno e perdendone ventinove) ho parlato in pubblico, ho ascoltato in pubblico, ho discusso sempre. Ho fatto il saggista e l’ideologo, per l’Astrolabio, Close Up, Alias. Ho costruito una Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche, un Campus Virtuale di Lingua e Letteratura Italiana. Ho scritto tre testi teatrali per un nuovo teatro e ne ho messo in scena uno. Ho fondato (con Guido) un blog-rivista, dalle ceneri delle riviste culturali e dei partiti politici. Ho rinnovato la tradizione poetica giapponese haiku scrivendo un libro di poesie haiku rimate, ho scritto un libro di poesie sperimentali, un libro di racconti brevi e altri ancora (tutti inediti).

fonte: ZOOM SUD