Processo Congiusta-Salta l’udienza

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« Questo atteggiamento lascia pensare che ci sia ostruzionismo».

Il presidente della Corte d’Assise di Reggio Calabria, Roberto Lucisano, ha detto quello che tutti ieri in aula hanno pensato quando Annunziata di Cosola, la moglie del pentito Giuseppe Costa, ha inviato l’ennesima lettera con cui comunicava la sua indisponibilità a testimoniare nel processo a carico del cognato Tommaso Costa, sotto processo per l’omicidio dell’imprenditore sidernese Gianluca Congiusta. Prima dell’estate la Di Cosola ha informato la Corte di avere dei problemi di salute, il 16 settembre scorso invece, ha avvertito un malore mentre stava raggiungendo il sito riservato e il servizio di protezione centrale ha dovuto richiedere assistenza ad un’autoambulanza. Ieri infine, doveva sottoporsi ad un accertamento medico proprio il giorno in cui doveva testimoniare. Un atteggiamento questo, che sta un po’ insospettendo tutte le parti coinvolte. Adesso l’udienza è stata rinviata al 12 ottobre nella speranza sempre che la Di Cosola compaia a rendere dichiarazioni, anche perchè non si puà rifiutare. La donna inoltre, è anche lei una collaboratrice di giustizia ed eventualmente un atteggiamento “reticente” può minare il suo inserimento nel programma di protezione il suo attuale status giuridico. La sua deposizione, chiesta e ottenuta dai pg Domenico Galletta e Antonio De Bernardo, è fondamentale per l’accusa così come per i legali di parte civile Giuseppe Sgambellone e Geppo Femia. La Di Cosola deve chiarire alcune circostanze.Lei, moglie dell’ex boss di Siderno, ora collaboratore di giustizia, intercettata nell’aprime del 2013 insieme al marito, confida di avere paura perchè il cognato Tommaso «è capace di fare qualsiasi cosa» ed è in pena soprattutto per la vita di sua figlia Lucia. Ma perchè aveva paura? Cosa intendeva dire quando ha riferito al marito che Tommaso Costa aveva dettato una lettera alla figlia? Si scoprirà solo quando verrà in Corte d’Assise a riferirlo. Angela Panzera