Un anno fa Francesco in Calabria e la frase storica: ‘i mafiosi sono scomunicati’

Print Friendly, PDF & Email

Visita a Cassano altamente simbolica, da lì e’ partita la lotta culturale contro la mafia

papa-francesco-300x185

La ‘ndrangheta è “adorazione del male e disprezzo del bene comune”, è un “male” che “va combattuto, va allontanato”, anche dalla Chiesa che “deve sempre di più spendersi perché il bene possa prevalere. Gli uomini della ‘ndrangheta “non sono in comunione con Dio, sono scomunicati”.

Queste in sintesi le parole pronunciate da papa Francesco in Calabria. Dall’inizio del suo pontificato, Francesco moltiplica i discorsi antimafia. “Scomunica”, “conversione”, corruzione che “puzza”. Una lotta spirituale, ma anche culturale avviata e portata avanti da Bergoglio.

Il 21 giugno 2014, papa Francesco si trova in Calabria, nel cuore della ‘ndranghera, la mafia calabrese, una delle più potenti organizzazioni criminali del mondo. Il luogo, Cassano allo Jonio nel cosentino, è altamente simbolico. In questa comunità Cocò Campolongo, un bambino di 3 anni, è stato assassinato, alcuni mesi prima. Davanti a più di 100.000 persone, Papa Francesco dichiara: “i mafiosi sono scomunicati!”.

Un’espressione che non era prevista nemmeno nell’integrazione del testo ufficiale, che era stata distribuita poco prima che il pontefice iniziasse a parlare e che già conteneva i passaggi più duri nei confronti dei mafiosi. È la prima volta che si sente un’affermazione così. Dopo “la scomunica” della ‘ndrangheta, spazio alla “conversione” della camorra. Il 21 marzo scorso, a Napoli, Papa Francesco si è recato nel quartiere di Scampia. Qui, la parola mafia non viene pronunciata. Al suo posto una dichiarazione franca: “Cari napoletani, non lasciatevi rubare la speranza. Non cedete alle lusinghe di facili guadagni o di redditi disonesti. Reagite con fermezza alle organizzazioni che sfruttano e corrompono i giovani, i poveri e i deboli, con il cinico commercio della droga e altri crimini. Una società corrotta puzza, non è cristiano chi si lascia corrompere”. Poco dopo, nel centro storico di Napoli, papa Francesco si rivolge direttamente ai mafiosi e li invita a convertirsi “alla giustizia”. Sono ancora una volta parole senza precedenti, contro una piaga che ancora oggi lo Stato italiano non è riuscito del tutto a sconfiggere.

Marco Parrilla

fonte: il cirotano